Il legame tra gabbiani e pescatori è una storia antica, la cui protagonista quasi sempre era la fame.
Nei dialetti locali venivano chiamati cocài, cocàl o sardenàr e prima dell’inizio del 900, furono grandi aiutanti dei pescatori.
I gabbiani, piccoli segugi dei pescatori
I gabbiani facevano per i pescatori quello che normalmente fanno i segugi per i cacciatori: avvistavano le prede e indicavano il luogo dove poterle trovare.
Senza di loro la pesca era impraticabile (o comunque molto difficile): non c’erano ecoscandagli o gps e i pescatori uscivano in barca remando in qualsiasi condizione climatica, persino con la nebbia o la pioggia.
Ad indicare la strada erano proprio i gabbiani che grazie alla loro infallibile vista, potevano avvistare i branchi di pesce, sopratutto sarde e alborelle, guidando così i pescatori al luogo ideale in cui calare le reti.
Erano così d’aiuto che venivano persino considerati degli uccelli sacri: il loro abbattimento non era in discussione dato che senza di loro, non si poteva sbarcare il lunario.
A quel tempo infatti, se i pescatori rientravano senza pesce significava che non c’era da mangiare per le loro famiglie, oppure che non c’era niente da poter vendere, cosa che in ogni caso non permetteva il sostentamento dei propri cari.
Il cambio di rotta con l’inizio della modernità
Quella tra gabbiani e pescatori, verso la prima metà 900, si rivelò purtroppo un’amicizia di convenienza.
Iniziarono a solcare le onde del lago i piroscafi, che ogni tanto lasciavano sulla loro scia delle briciole di pane.
Inoltre, sempre più ville signorili iniziarono a popolarsi e i gabbiani, appollaiati sui muretti adiacenti, riuscivano sempre a rimediare qualche avanzo di cibo qua e là.
La facilità di reperire il cibo quindi, superò di gran lunga la bontà del pescato e la fatica nel reperirlo.
Ben presto, gli uccelli acquatici iniziarono perciò ad abbandonare gli amici pescatori che videro un miglioramento delle loro condizioni solamente decenni dopo.
Esiste infatti un detto dialetto veronese che nella sua semplicità spiega perfettamente questa triste situazione: “Ancò i cocài i è deventè siori anca lori” che significa “oggi pure i gabbiani sono diventati dei signori”, riferendosi proprio alla vita facile e senza fatica scelta appunto dai gabbiani, lasciando i pescatori alle loro solite fatiche senza aiuto alcuno.
Fonte: le principali informazioni contenute in questo articolo si basano sul prezioso lavoro di studio e approfondimento di Filippo Gavazzoni.
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