L’Alto Garda, con i suoi paesaggi mozzafiato e il clima unico, non è solo una meta ambita per gli amanti della natura e del relax, ma anche per chi desidera esplorare le tradizioni enogastronomiche del territorio.
Tra queste, la viticoltura occupa certamente un posto d’onore, e chi si addentra in questo angolo del Trentino non può rimanere indifferente alla suggestiva bellezza dei vitigni autoctoni, che qui prosperano da sempre.
Due vitigni, in particolare, spiccano per la loro autenticità e il legame con il territorio: la Schiava e la Nosiola, vini che raccontano la cultura del luogo, invitando a scoprirla un sorso dopo l’altro.
La Schiava: l’anima delicata dell’Alto Garda
Coltivata soprattutto sulle colline che si affacciano sul Lago di Garda, la Schiava, Vernatsch in tedesco, regala un vino leggero e profumato, che si abbina divinamente ai piatti tipici della cucina locale.
Questo vino è caratterizzato da un accattivante colore rubino chiaro e sprigiona un bouquet di frutti rossi, come ciliegia e lampone, in grado di conquistare anche i palati più esigenti. Fresco e leggero, infatti, non solo è in grado di accompagnare piatti elaborati e densi di sapori, ma anche di impreziosire un semplice aperitivo, soprattutto nella stagione estiva.
Parlare di uva Schiava, però, può essere fuorviante, poiché ne esistono diverse varietà:
- Schiava Grossa, la più comune, caratterizzata da acini di grandi dimensioni;
- Schiava Nera, che come suggerisce il nome ha una colorazione molto scura;
- Schiava Grigia, di colore tendente al grigio, considerata una varietà a parte;
- Schiava Gentile, la più raffinata e apprezzata;
In ogni caso, quando si parla di uva Schiava si intende sempre un vitigno che, grazie al suo gusto inconfondibile, è in grado di restituire la storia e le tradizioni di una terra che non si arrende alla modernità.
La Nosiola: il cuore autentico dell’Alto Garda
Se la Schiava rappresenta l’anima delicata dell’Alto Garda, la Nosiola ne è senza dubbio il cuore. Questo prezioso vitigno autoctono, infatti, è l’unico a bacca bianca e dà vita a un vino dolce e avvolgente, anche grazie agli antichi segreti della vinificazione, tramandati di generazione in generazione.
Ancora oggi, infatti, dopo la vendemmia le uve vengono lasciate appassire sui graticci, una pratica millenaria che dona al vino una complessità aromatica e una dolcezza naturale, perfettamente bilanciate.
Il nome di questo vitigno deriva direttamente dalle note di nocciola che si mescolano gradevolmente con quelle della frutta acerba, una caratteristica che rende questo vino versatile ed eclettico, ideale per accompagnare tanto gli antipasti a base di pesce di lago, quanto piatti più complessi, come i ravioli di cavedano o il luccio alla torbolana.
Ma per apprezzare appieno la Nosiola, è necessario sapere che ne esistono diverse versioni:
- Nosiola giovane – in versione giovane, la Nosiola restituisce un vino bianco fresco, leggero e piacevolmente aromatico, nonché incredibilmente bilanciato;
- Nosiola agée – quando la Nosiola viene lasciata affinare per qualche anno, evolve in un vino più strutturato e complesso, ideale per accompagnare piatti a base di pesce e formaggi stagionati;
- Nosiola Vino Santo – la massima espressione della Nosiola si raggiunge con la produzione del Vino Santo, un vino passito che racchiude in sé secoli di tradizione. Di colore dorato intenso, esplode con note di frutta candita, miele, spezie e, ovviamente, di nocciola.
Insomma, la Nosiola è un vitigno tutto da scoprire, capace di regalare ai nostri ospiti un’esperienza autentica e indimenticabile, fatta dei profumi e sapori più genuini dell’Alto Garda.