La trota lacustre, dal latino salmo trutta lacustris, è senza dubbio il pesce di acqua dolce più conosciuto.
Fa parte delle specie autoctone del lago di Garda insieme a l’alborella, l’anguilla, il luccio e la tinca, da sempre protagoniste indiscusse della cucina Gardesana.
Caratteristiche della trota lacustre
La trota lacustre è un pesce dal corpo allungato e muscoloso, di colore grigio scuro sul dorso, argenteo sui fianchi e bianco sul ventre.
Sulla testa e lungo i fianchi è caratterizzata da piccole macchiette nere più o meno visibili ed irregolari.
Può raggiungere notevoli dimensioni, gli esemplari femmina ad esempio, possono superare il metro di lunghezza e arrivare a pensare anche 20 kg.
La riproduzione della trota lacustre avviene nel tardo autunno, mentre la deposizione delle uova si verifica da ottobre a gennaio nei banchi di ghiaia dei fiumi immissari.
La sua alimentazione è composta per lo più di larve e insetti nei primi periodi di vita, dopodiché nella fase adulta predilige soprattutto altri pesci.
Proprietà nutrienti
La carne della trota lacustre è rinomata sia per il suo sapore delicato, sia per la sua facilità nel cucinarla in quanto non necessità di particolari lavorazioni.
Fra le ricette più diffuse troviamo la trota lessata, arrosto, al forno oppure al cartoccio.
E’ ricca di proteine e povera di grassi, con poco colesterolo e sodio; il che la rende perfetta per le diete ipocaloriche.
Tra i vari nutrienti troviamo inoltre un ottimo apporto di ferro, potassio e vitamine, fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo.
La trota lacustre nel Garda
La trota lacustre nel Garda è un esemplare autoctono e le testimonianze della sua presenza risalgono intorno al 1700.
Anche Goethe, nel suo “Italienische Reise” del 1786 ci racconta di una cena base di trota servitagli da un albergatore di Torbole:
“L’albergatore mi partecipò, con enfasi tutta italiana, che si sarebbe stimato felice di potermi servire la trota più prelibata. Queste trote son prese vicino a Torbole, dove il fiume scende dai monti, e nel punto in cui esse tentano di salire a ritroso. L’imperatore ricava da questa pesca mille fiorini per il solo appalto. Non si tratta veramente di trote; queste di Torbole sono grandi, del peso talvolta di cinquanta libbre e picchiettate per tutto il corpo fino alla testa; ma il sapore, fra quel della trota e del salmone, è delicato e squisito”.
Ecco un fantastico esemplare di trota lacustre pescata da Adriano a Torbole per il ristorante La Terrazza:
Note: La traduzione della citazione di Goethe in “Italienische Reise” è di Eugenio Zaniboni. La foto in copertina invece, è una tartare di trota lacustre cucinata al Ristorante La Terrazza.
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