L’Alborella è un piccolo pesce del Lago di Garda, ormai quasi estinto, detto anche Aola o Agola. In passato, data la sua abbondanza, ha rappresentato un’importante fonte di reddito e soprattutto di sostentamento per diverse generazioni di gardesani. Tra le ricette più famose della tradizione vi è senza dubbio la frittura di aole o le aole marinate, spesso accompagnate con la polenta nelle sagre di paese.
I ricordi d’infanzia dello Chef Ivo Miorelli
Questo piccolo pesce del Lago di Garda, rappresentava una sua grande passione, rimanendo oggi uno dei più bei ricordi d’infanzia.
Da bambino lo pescava con lo zio in località Tempesta sulle rive di Torbole, poiché le alborelle si trovavano sempre adiacenti alle spiagge.
La tradizione voleva che la pesca venisse eseguita nei “mesi della R”, termine utilizzato per indicare i mesi di aprile, settembre e ottobre perché la carne risultava più delicata.
Nei mesi estivi infatti, le alghe del lago andavano in fiore a causa delle temperature più calde, e i piccoli pesci se ne nutrivano dando alle carni un sapore leggermente amarognolo.
Il procedimento della pesca con lo zio, consisteva nello stendere una rete per la cattura dove all’interno era compito di Ivo lanciare dei grandi anelli di ferro legati ad una corda, detti “anelli da sgarir” nel dialetto locale.
Le alborelle, spaventate dal gran fracasso che questi ultimi emettevano, scappavano dalla spiaggia e finivano intrappolate nella rete.
A quel punto, i due pescatori, venivano circondati da un grosso branco argenteo di aole: erano così tante che riempivano persino la barca fino ad arrivare alle ginocchia del piccolo Ivo, un’emozione ben impressa nella sua mente.
A quel punto il pescato veniva portato a Riva e venduto agli ambulanti e ad una piccola parte di troticoltori della zona, che lo utilizzavano come mangime nelle proprie attività.
La restante parte rimaneva allo zio e veniva così stesa al sole su grandi reti a forma di tavole, dette “arele” , per l’essiccazione.
I responsabili della sorveglianza erano Ivo e gli altri bambini, che si occupavano di allontanare gli insetti usando dei rami di alloro. Un vero lavoro di squadra che lo rendeva felice e fiero delle sue giornate da piccolo pescatore!
Torbole e le Alborelle
Terminata l’essicazione al sole sulle rive del piccolo porticciolo di Torbole, le alborelle venivano messe sotto sale e conservate in grandi vasi detti “pittari”.
Il preparato che ne risultava veniva utilizzato per la salsa dei famosi “bigoi alla torbolana”, mangiati durante la Sbigolada, ovvero il carnevale locale festeggiato nel paese da oltre 150 anni.
Era l’ingrediente principale delle tavole Gardesane: a quei tempi, quando erano presenti fame e povertà, il piccolo pesce rappresentava infatti un importante fonte di sostentamento.
Era abbondante, economico ed era una valida alternativa nei mesi invernali, quando l’agricoltura smetteva di dare i suoi frutti.
Il composto di alborelle sotto sale veniva anche utilizzato come condimento per i pesci lessati, come ad esempio il luccio, come sugo per gli spaghetti oppure per accompagnare la tradizionale polenta.
Tuttavia, la ricetta più semplice e più succulente prevedeva di friggere l’aola appena pescata nell’olio d’oliva locale e servirla con una fetta di limone: una vera specialità!
A lungo andare poi, a causa della loro progressiva sparizione, le alborelle vennero sostituite dalla sardena sotto sale, rimanendo così un lontano ricordo dei pescatori della zona.
La progressiva scomparsa dell’Alborella
L’alborella, nonostante la sua abbondanza, scomparì progressivamente a partire dagli anni 2000. Per questo motivo venne istituito un blocco pesca.
Tra le cause principali del vertiginoso calo dell’alborella, oltre la pesca intensiva operata negli anni, hanno avuto il loro peso anche i cambiamenti climatici e naturali che hanno inciso pesantemente sull’habitat naturale di questa specie.
I diversi cali idrici, come ad esempio la secca del 2003 e 2007, hanno comportato una brusca emersione della superficie del fondale proprio nel momento di posa delle uova. Inoltre, la massiccia presenza di uccelli marini e l’aumento delle specie invasive introdotte negli anni probabilmente hanno contribuito alla scomparsa dell’alborella.
Per evitarne la totale estinzione, nel 2019 l’Unione Pescatori Sportivi del Garda ha dato il via ad un nuovo progetto di reintroduzione dell’Alborella del Garda per restituire alle sue acque questi storici abitanti marini.
Il Sisam con polenta
Il “Sisam con polenta” è una specialità tradizionale tipica della zona di Nago-Torbole che vede protagoniste le alborelle.
Viene normalmente consumato con della polenta fresca, ma è una vera delizia anche con la polente abbrustolita.
Ecco la ricetta di questo storico piatto gardesano:
INGREDIENTI
- 1 kg di alborelle
- 3 cipolle
- 2 spicchi d’aglio
- 1 bicchiere di aceto
- 1 bicchiere di vino aromatico
- olio extra vergine di oliva
- Rosmarino, salvia, alloro, odori
- Sale e pepe
PREPARAZIONE
1) Pulire bene le aole e friggerle nell’olio extravergine di oliva. Una volta fritte togliere dalla padella.
2) Nell’olio utilizzato per friggere immergere le cipolle tagliate sottili, l’aglio, il rosmarino, l’alloro, la salvia e gli altri odori.
3) Aggiungere sale e pepe a piacere.
4) Quando le verdure saranno dorate versare l’aceto e il vino.
5) Lasciar bollire per quindici minuti circa, versare la marinata sulle aole e lasciar raffreddare il tutto: può essere conservato in un contenitore ermetico per più giorni.
6) Servire accompagnato da polenta fresca (se la pietanza è calda) o abbrustolita (se si propone fredda).
Fonte: le principali informazioni contenute in questo articolo si basano sul prezioso lavoro di studio e approfondimento di Filippo Gavazzoni.
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